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Auto rubate in Italia: sempre più difficile il recupero

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Auto rubate in Italia: sempre più difficile il recupero.
Nel mirino dei ladri hi-tech anche le auto a noleggio.

 

Nel 2019 sono state rubate circa 10 mila auto in meno rispetto al 2018: ogni giorno sulle strade italiane spariscono in media 287 vetture, mentre diminuisce la percentuale di ritrovamento (36%). Meno di 4 auto rubate su 10 vengono ritrovate, effetto di un trend in crescita del business dei furti, che oggi vede i ladri d’auto strutturati in organizzazioni criminali e dotati di dispositivi tecnologici in grado di sottrarre la vettura in meno di un minuto.

Secondo le statistiche, nel 2019 sono state sottratte ai legittimi proprietari ben 95.403 auto (oltre 261 al giorno e 11 ogni ora), solo 34mila sono state ritrovate. Di oltre 61mila auto si sono perse le tracce, instradate su mercati esteri o utilizzate per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.

Nella top ten delle auto maggiormente “nel mirino” ci sono, al primo posto la Fiat Panda (circa 11.299 sottrazioni nel 2019), seguita dalle Fiat 500 (7.989), Punto (6.664) e dalla Lancia Ypsilon (4.540). Completano la graduatoria delle auto più rubate in Italia la Volkswagen Golf, Alfa Romeo Giulietta, la Ford Fiesta, la Smart Fortwo Coupè, la Renault Clio e la Fiat 500L.

Se si analizza il numero di furti, è la Campania a piazzarsi al primo posto, con oltre 23.000 furti d’auto nel 2019, seguita da Lazio (17.000), Puglia (16.300), Sicilia (13.100) e Lombardia (10.000).

Anche l’industria criminale dei furti di auto in noleggio a breve termine non conosce crisi: nell’ultimo anno sono state 1.800 le vetture e i furgoni sottratti, quasi 5 ogni giorno, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. Un trend preoccupante che produce un danno per gli operatori pari a 12,5 milioni di euro.

Numeri significativi, cui si aggiungono quelli del noleggio a lungo termine e del car sharing e che portano a un totale di oltre 6.000 unità le vetture rubate ogni anno alle società di mobilità pay-per-use.

Nonostante il periodo difficile per il mercato automobilistico, l’assicurazione per il furto d’auto ha tenuto: i mesi di lockdown, che hanno visto calare in modo vistoso le polizze di rc auto, hanno inciso in modo molto lieve sulla clausola non obbligatoria più utilizzata dagli italiani.

Oggi i ladri professionisti si avvalgono di tecnologie innovative che a malapena lasciano traccia, come ad esempio il metodo della riprogrammazione della chiave: attraverso la connessione alle porte OBD (diagnostica a bordo) del veicolo, il ladro può generare una nuova chiave in meno di un minuto e avviare il motore come se nulla fosse. In alcuni casi, al moderno Arsenio Lupin bastano appena 15 secondi. Fra i furti elettronici più diffusi, citiamo inoltre quelli che prevedono l’utilizzo di jammer per neutralizzare anche i più complessi antifurto satellitari e la clonazione del trasponder di apertura delle porte.

La possibilità di installare un dispositivo di antifurto satellitare di ultima generazione a bordo delle vetture, è diventa quindi una necessità. Magari integrato ad altri servizi aggiuntivi come il servizio di localizzazione in tempo reale da app, il collegamento a una centrale operativa che sorveglia la vettura 24H/7, possibilmente con alcuni servizi extra molto utili ad esempio per le flotte aziendali (gestione avvisi e manutenzioni, dettaglio soste e percorsi, servizio salva multe, ecc.).